social media

Social Media: come pubblicare?

 

La visibilità dei post organici sui social media: su Facebook

 

Da un’ esame dei trend di mercato emerge una crescente riduzione della visibilità dei post organici, visibilità regolata dall’ algoritmo di Facebook, che gestisce ciò che viene mostrato nel news feed personalizzato degli utenti.

Da una serie di ricerche di fonti autorevoli di settore e studi si nota come già dal 2012 sia emersa una riduzione continua della reach organica che continua tutt’oggi come si vede nelle chart seguenti (ricerca di Ogilvy).

Su 10.000 fan di una ipotetica pagina, ci si potrebbe aspettare che solo 650 di loro vedano la notizia nel feed news.

 

organic trend Facebook

average post organic Facebook

 

 

Nel 2016 l’algoritmo di Facebook si è modificato ulteriormente: SocialFlow ha analizzato oltre 3.000 post di editori su Facebook e ha rilevato che la copertura organica è scesa del 42% tra gennaio e maggio 2016.

Nel 2016, Facebook ha regolato nuovamente l’algoritmo del feed di notizie, per dare maggiore priorità ai contenuti di amici e familiari rispetto a quelli delle pagine seguite, secondo Hubspot.

 

social flow Facebook

 

 

 

 

 

 

 

organic trend Facebook

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comments trend brands Facebook

Come si vede dai grafici i valori sono declinati ulteriormente e tale tendenza è continua.

    •        Tra l’altro più è grande la fan base, più cresce il rischio di abbassare l’engagement rate della pagina, soprattutto se la profilazione dei fan non è stata, nel tempo, molto accurata.
    •        In sostanza la percentuale dei fan della pagina raggiunti dai post è minima, soprattutto se la pagina vive esclusivamente di traffico organico, senza sponsorizzazioni.

L’algoritmo di Facebook (Edgerank) tende a non mostrare i contenuti a chi non interagisce con la pagina per lungo tempo.

 

Cosa considera l’algoritmo di Facebook nel mostrarci un post nel news feed del nostro profilo?

 

Ciò che vuole è dare il messaggio giusto alla persona giusta al momento giusto!

L’algoritmo è una formula, composta di oltre 100.000 variabili non conosciute.

    • Inventory

Ogni volta che apriamo la sezione notizie di Facebook, questo fa una inventario di tutti i post generati da pagine e profili che seguiamo (commenti, mi piace, condivisioni)

    • Segnals

Valutando tutti i dati a disposizione Facebook cerca di capire a cosa siamo interesssati (quando, dove, perchè)

    • Predictions

Facebook cerca di prevedere quali tra i post sono quelli che per noi sono interessanti

    • Score

Una volta determinato quante probabilità ci sono che noi interagiamo con un determinato post, Facebook gli attribuisce un puneggio di rilevanza. I post che noi vedremo nella sezione notizia sono ordinati secondo il punteggio di rilevanza.

 

Quali segnali prende in considerazione l’algoritmo di Facebook nel decidere cosa e dove mostrarcelo?

 

Chi ha pubblicato il post => se abbiamo interagito con un determinato post.

Non ci mostrerà post di coloro (pagine) con cui non interagiamo. Lo stesso vale per il formato (es. video)

Il tipo di interazioni => se un post riceve molte interazioni all’inizio avrà maggiore portata organica e quindi visibilità.

Per spingere le persone a non uscire dalla piattaforma, l’algoritmo tendenzialmente penalizza, chi pubblica contenuti che inviano a siti esterni (video di YouTube o link ad altri siti)

 

Come possiamo migliorare la visibilità dei nostri post?

    • Una community realmente interessata, affinchè i follower interagiscano
    • Contenuti interessanti, originali e strategici pensati per la nostra Buyer Persona.
    • Visual è il must => video nativi e Live
    • Trending topic (instanty marketing)
    • Engagement continuo che premia i post
    • No link, no selling, no autoreferenzialità

 

Non dimentichiamoci le operazioni speciali e l’interazione…

 

    • Influencer marketing e micro-influencer
    • Campagne dedicate o eventi come i social contest che possono portare maggiore portata grazie agli share
    • Interazione nei Gruppi

Come abbiamo visto dai trend grafici evidenziati, quando vi occupiamo della Pagina Aziendale il problema non sarà legato tanto al fatto che i post siano piaciuti o meno, ma che non siano proprio stati visti dalla maggioranza.

La visibilità organica è calata notevolmetne negli ultimi anni, alcuni accorgimenti possono aiutare a migliorarla, ma non si potranno avere grossi risultati in termini di incrementi fan ed engagement se non probabilmente con campagne sponsorizzate che prevedono investimenti rilevanti.

Strategia, piano editoriale e promozione pubblicitaria andranno quindi integrati e monitorati in modo sinergico in relazione agli obiettivi.antità?

Alla luce delle considerazioni esposte quale strategia utilizzare?

Pochi post di qualità che possano creare engagemnt o più post quantitativi che, come abbiao visto dalle analisi, mediamente non sono visibili a livello organico?

    • 365 post l’anno tutti uguali costano di più di un unico messaggio, ben studiato e di grande valore
    • meglio avere un minor numero di fan attivi che decine di migliaia disinteressati
    • i contenuti del piano editoriale stimolano l’utente o sono semplice espressione della propria autoreferenzialità? => Ricordiamoci che per questa tipologia di post (promozionali) il riscontro maggiore può avvenir dai post a pagamento

Vogliamo dare qualche numero? Per una PMI (non per un sito di news editoriale ovviamente) anche 2 o 3 post a settimana, che potrebbero essere sponsorizzati per dare loro visibilità. Vogliamo che qualcuno li veda, no?

Spesso purtroppo accade che aziende piccole aumentino risorse e budget impiegati per aumentare la produzione editoriale in termini quantitativi. E’ la scelta giusta? Non sarebbe meglio destinare quel budget a rendere visibili i post promozionali o nel produrre pochi contenuti qualitativi e stimolanti? La creatività che può produrre engagement ha un “costo” temporale e tecnologico. Non fermiamoci alle “Vanity Metrics”…

 

KPI e obiettivi

 

Fondamentale sarà monitorare i giusti KPI in relazione agli obiettivi.

Vogliamo aumentare la notorietà del Brand? Alimentare una community? Creare una canale di customer care? Acquisire nuovi clienti? Testare un nuovo prodotto?

Cosa pensate sia importante? Il numero di fan o follower? I commenti e le condivisioni? Non lasciamoci ingannare da Vanity metrics (ho raggiunto 25.000 fan in un mese) che non ci danno indicazioni sui passi successivi…

Non dimentichiamoci chi siamo: un’azienda che si pone con obiettivi e contenuti B2B potrà indirizzarsi a un pubblico di nicchia meno quantitativo rispetto a un’azienda mass market per esempio.

Contenuti e obiettivi dovranno essere lineari e coerenti per non confondere l’utente finale e l’ottimizzazione dei risultati. Scegliamo una strada seguiamola: quando saremo B2C parleremo la lingua del consumatore semplice e diretta (pochi tecnicismi e business), altrimenti confonderemo l’interocutore e lo allontaneremo…

Monitoraggio, analisi, studio, strategia, contenuti, promozione nel giusto Social Media Marketing MIX…

 

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Marketing NOT-Marketing, la nuova edizione del libro di Patrizia Pastore

Marketing not-marketing
Marketing not-marketing

È uscita la nuova edizione di Marketing NOT-Marketing di Patrizia Pastore, edito da Giunti.
A un anno dall’uscita della prima edizione, il nuovo libro rivaluta e rafforza le idee e le nozioni alla base di una buona strategia di  NOT Marketing, alla luce soprattutto dei rapidi cambiamenti avvenuti nel frattempo online: l’aggiornamento di un’utile panoramica dei social network e social media più significativi.

Si è mantenuto uno stile chiaro e scorrevole come nella prima edizione, caratterizzato da collegamenti al quotidiano, cercando di rivolgersi sempre di più a un pubblico di non addetti ai lavori, tutti coloro che sono curiosi di scoprire il fantastico “mondo web” dalla storia (Arpanet) fino al futuristico web 4.0 (Ubiquity), e abbiano voglia di comprendere cosa ci può essere dietro al “MONDO SOCIAL” e dentro il “MONDO SOCIALE” con cui si vive quotidianamente.

Tipica dello stile è la presenza di molti casi studio che possono esemplificare i metodi di fare NOT-marketing utili a promuovere il proprio business on line e non solo.

Scorrendo le pagine del libro scoprirete che cos’ è il “marketing-not-marketing” e i suoi possibili sviluppi nel futuro del commercio sul web.

 

Ultima novità, ma non di secondaria importanza: rispetto all’ edizione precedente il prezzo di vendita è stato ridotto a 14.90.

Disponibile in formato cartaceo e nei diversi formati digitali, in tutte le librerie e on line.

Da non dimenticare  l’acquisto  “GREEN”, grazie alla certificazione  FSC®, che testimonia l’uso di prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile.

 

La (Ri)(E)voluzione del NOT Marketing

 

Nell’ epoca contemporanea dello sviluppo dei nuovi media, dei social network e della velocità dell’informazione, il concetto di marketing come lo abbiamo sempre inteso cambia volto per  adattarsi ai nuovi “clienti” e agli innovativi mezzi di trasmissione dei messaggi. Ecco che “not-marketing” diventa la parola d’ordine del tempo presente: negazione di un sistema statico di intendere i rapporti di scambio  e  base di partenza per un modo del tutto nuovo di fare mercato.

 

Già nel recente passato Gerd Gerken aveva ipotizzato la fine del Marketing tradizionale nel suo “Addio al Marketing”, preludendo l’attualità fatta da un Marketing innovativo dove protagonista è il ConsumAutore.

Il marketing not marketing è un’evoluzione del marketing tradizionale, integrato e rinnovato alla luce di una nuova concezione di “cliente” e “consumatore”. In un contesto economico-sociale di profondo dinamismo , caratterizzato dall’‘avvento delle nuove tecnologie, dai PC ai tablet agli smartphone, e con l’utilizzo sempre più capillare di Internet e dei social network, il consumatore è divenuto infatti un vero e proprio “ConsumAutore“, in grado di confrontarsi sempre più direttamente con le aziende produttrici e, quindi, di influenzarle.

 

Il not marketing intende creare una relazione interattiva ed emozionale con il non-cliente, cioè la persona, senza imporsi in modo aggressivo, ma cercando di soddisfare le sue scelte secondo quattro nuove leve, le 4 V del NOT-Marketing: Valore, Verità, Vicinanza, Valutazione.

Questo metodo nasce dall’ascolto dei bisogni del target attraverso il canale web, che utilizza come strumento di promozione. Si tratta di creare passaparola on line (rumors on line, viral marketing) e portare i consumatori stessi alla promozione dei prodotti/servizi (evangelism) attraverso i canali web.

 

NOT Marketing adotta una strategia di tipo pull, che va a sostituirsi alla modalità push di tipo seduttivo e impositivo, che vada a incontrare le vere esigenze del ConsumAutore, il Marketing per Essere e non per Avere, costruito in collaborazione co-creativa con il proprio Cliente Non-Cliente.

Le parole d’ordine del NOT-Marketing sono collaborazione, condivisione, comunicazione, co-creazione, che trovano la propria strada grazie a una serie di strumenti presenti in rete, che consentono quel passaparola on line di chi è  realmente interessato ai prodotti, ai servizi e alle persone.

 

Titolo: Marketing NOT Marketing
Autore: Patrizia Pastore
Pagine: 320
Editore: Giunti Editore
Prezzo: 14,90

Clicca qui per avere Marketing not-marketing 

 

non marketing

“Marketing o Non Marketing” that’s the question

marketingnotmarketingPatriziaPastoredi Patrizia Pastore

 

In un contesto economico-sociale di profondo dinamismo il marketing non può che cambiare e innovarsi secondo un processo simile all’evoluzione darwiniana, dando potere alla selezione “naturale” operata dalle scelte del ConsumAutore, attraverso una rivoluzione capace di stravolgere la sua non(identità)

 

“Essere, o non essere” è la famosa battuta pronunciata dal principe Amleto, una delle frasi più celebri della letteratura di tutti i tempi. Vivere (essere) o morire (non essere)  sta alla base dell’indecisione che impedisce ad Amleto di agire (il famoso “dubbio amletico”).

Sull’“Essere o Non Essere si sono dilettati filosofi, studiosi, umanisti e scienziati. Da sempre la vita umana si interroga sulla scoperta  del suo significato essenziale, ma spesso si dimentica del suo non-significato, altrettanto essenziale, e che si integra e si unisce con il significato stesso! Mi piace molto infatti il grande Profeta Gibran quando scrive “la realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti”. Personalmente tendo a trovare il (non)significato nelle piccole cose quotidiane, alla portata di tutti, quelle semplici creatività che appunto danno (non)significato alla nostra vita, senza scomodare la fisica/filosofia  quantistica, che è uno dei regni del (non)significato (infatti in questo mondo per esempio un elettrone  si muove da A a B con un percorso che per ora non riusciamo a tracciare, in pratica si muove su infiniti percorsi come su nessuno, da cui potremmo dire che il suo movimento è definibile dai percorsi che NON fa!). A volte una semplice idea è creativa e divertente, mi ricordo quando nello scrivere di Marketing ho inserito un disegno del mio nipotino, grafica espressiva che non sarei riuscita a creare, con l’effetto collaterale della sua felicità e orgoglio.

E con i dubbi del “Marketing o Non Marketing” invece come la mettiamo? Come fare marketing oggi?marketingnotmarketing

Anche qui la storia, come sempre, ci aiuta. È nella natura umana comunicare: ogni essere vivente esprime il proprio sé con modalità proprie e taluni riescono a fare marketing grazie all’inconscio atteggiamento seduttivo. Se la gallina fa coccodè per comunicare il proprio prodotto (uovo), il tacchino è veramente poco “marketing oriented” col suo silenzio, dice Oscar Farinetti, citando l0ormai semidimenticato Marcello Marchesi.

(E)voluzione del Marketing

Certo difficile decidere di non fare marketing oggi, se il marketing è inteso nell’accezione più ampia. Basti pensare al progresso che ha portato a un sistema economico-sociale sempre più complesso, in cui l’evoluzione produttiva-commerciale si è accompagnata a quella emotiva-sociale,  considerando dunque sempre più importanti processi di marketing articolati in sinergia con incrementi di ricchezza e (ben)essere, processi che hanno subito un’accelerazione esponenziale con il passaggio epocale che ancora segna la nostra era: dalla caccia-raccolta all’allevamento-agricoltura!

Comunemente si è sempre identificato il marketing con la pubblicità. Famosa è la frase del grande industriale Henry Ford “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”.

Era la crisi del ‘29, altre criticità di fondo rispetto alle attuali, ma la comunanza della parola “crisi” , di cui sentiamo costantemente parlare ogni giorno, ci ricorda quanto sia vero oggi l’esempio di un colosso come Ford, divenuto tale grazie a una scelta importante, non di certo un dubbio amletico ma una decisione forte, quella appunto dell’investimento.

Marketing dunque non è solo pubblicità, anzi oggi è sempre più un nuovo modo di  (Ben)Essere.  Già nel recente passato Gerd Gerken aveva ipotizzato la fine del Marketing tradizionale nel suo “Addio al Marketing”, preludendo l’attualità fatta da un Marketing innovativo dove protagonista è il ConsumAutore.

L’ambizione dirompente è quella di un Marketing meno seduttivo e impositivo, che vada a incontrare le vere esigenze del ConsumAutore, il Marketing per Essere e non per Avere, costruito in collaborazione co-creativa con il proprio Cliente Non-Cliente.

Kierkegaard esemplifica l’evoluzione dell’uomo, da puro esteta sempre alla ricerca di una novità  di cui si annoia verso un Essere dall’atteggiamento etico, centrato sul valore fino a farlo diventare spirituale. Anche il marketing segue un’evoluzione transitando dalle passate campagne pubblicitarie eccessive ed artefatte, consistenti in  modelli lontani dal quotidiano, a un maggior realismo “vero”.

(Ri)(E)voluzione del NON Marketing

Facciamo NON Marketing dunque, e approcciamo il cliente in modo “soft” , perché in una strategia pull non si dovrà vendere nulla, ma solo essere pronti a soddisfare le scelte del Cliente-Non-Cliente, ponendolo al centro in quanto uomo, dotato di bisogni, aspettative, desideri, progetti, emozioni!

È proprio nel progetto (freemium/unico) che cogliamo il Valore, la prima delle nuove quattro leve del NON Marketing Mix, l’ultima fase evolutiva del bene/prodotto, che da semplice commodity indifferenziata arriva a essere prima servizio e poi qualcosa di sempre più specifico  e soggettivo per l’utente finale. Il progetto si identifica nell’ “andare oltre”, è simile al sogno, il luogo dove tutto è possibile, che molte campagne mediatiche oniriche e futuristiche oggi esemplificano. Mentre il sogno porta a un risveglio, il progetto è reale, crea fiducia e ottimismo. Fornire al proprio interlocutore la co-partecipazione a un progetto intrinseco e al puro scambio servizio/prodotto diventa quindi  utile a creare quel legame esperienziale/emozionale che cambia e quindi unisce i partecipanti.

Emozione è l’altra parola di grande rilevanza per il Marketing di oggi.

Le Emozioni permeano la nostra vita, tanto che oggi le esprimiamo con facilità nelle divertenti e colorate emoticons, che digitiamo ogni giorno su smartphone, cellulare, pc o  tablet. Quando proviamo un’emozione ci sentiamo vivi, presenti a noi stessi e al mondo. Ecco perché oggi si parla moltissimo di Marketing Emozionale, e il NON marketing che vuole avere successo non può dimenticare di incontrare l’uomo quanto più è vivo e vicino alla sua natura a un livello inconscio, associando forti esperienze alla semplice vendita di prodotti/servizi, ovvero situazioni del “fare” che portino il cliente al “(ben)essere”, verso il suo massimo picco emotivo, perché in quel contesto il ricordo consentirà una maggiore redemption. Il tutto in un ambiente mediatico, dominato da nuove tecnologie e mezzi di comunicazione, che cambia in ambiti spazio temporali sempre più veloci, globali e globalizzati. Il Marketing segue uno scenario di sviluppo innovativo e continuo  transitando dal 1.0 fino al 4.0, identificando il nuovo elemento del presente, anello di congiunzione tra passato e futuro, cioè la Persona: l’uomo nuovo rinascimentale, descritto da Pico della Mirandola alla fine del Quattrocento nell’opera “Discorso sulla Dignità dell’uomo”, un camaleonte capace di adattarsi e rinnovarsi diventando ogni volta cliente, autore, produttore, investitore, concorrente del nuovo futuristico modello di business del Marketing Non Marketing.

Il Libro

Marketing NOT Marketing (www.notmarketingnot.com) racconta di Marketing, ma non solo. Evidenzia un nuovo modo di fare Marketing, che unisce tradizione e innovazione.

Marketing NOT Marketing (MLab Editore) è un testo rivolto a tutti: a chi  ha capito quanto sia importante essere ConsumAutore, ed è interessato al nuovo modo di “Essere Marketing” nel futuro, che non sostituisce ma integra il vecchio sistema di “Fare Marketing”; anche ai “non addetti ai lavori”, ovvero tutti coloro che sono curiosi di scoprire il fantastico “Mondo Web”, dalla storia (Arpanet) fino al futuristico web 4.0 (Ubiquity), e hanno voglia di comprendere cosa ci può essere dietro al “Mondo Social” come dentro il “Mondo Sociale” con cui si vive quotidianamente. È un viaggio che accompagna il lettore nel complesso universo del Marketing, mostrandogli come quest’ultimo sia molto più vicino al proprio quotidiano di quanto pensi, attraverso interessanti collegamenti di psicologia, filosofia, storia e vita quotidiana, curiosando tra le diverse tipologie di Social Network presenti in rete e i numerosi casi che mettono al centro l’uso della rete.

PatriziaPastoreML’autore

 

Patrizia Pastore è laureata in Economia Aziendale alla Bocconi di Milano, con esperienza professionale presso aziende multinazionali nelle aree del marketing, comunicazione e digital marketing. Esperta di formazione in digital marketing e web marketing, autrice del saggio Marketing NOT Marketing.

 

Titolo: Marketing NOT Marketing

Autore: Patrizia Pastore

Pagine: 316

Editore: MLab Editore

Prezzo: 17,90.

 

Il libro si può trovare ai seguenti link:    🙂

www.notmarketingnot.com

http://www.nonmarketing.it/

(di Patrizia Pastore Adv Aprile, 2014)

 

 

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Sempre più Nonni su Facebook!

Sempre più Nonni su Facebook!!!

Facebook ha festeggiato 10 anni il 4 febbraio. La tendenza del Social Network in Italia è il crescente aumento della fascia di età over 56, mentre i giovanissimi preferiscono modalità di contatto di instant messaging quali what’s up.
La quota di iscritti che cresce di più è quella degli over 56, con un incremento annuo del 40%, passando dalle 12 mila unità del 2008 ai due milioni e 236 mila di oggi Osservatorio di Vincenzo Cosenza.

Ecco il grafico che evidenzia la tendenza nel nostro Paese.

 

facebook_età
Facebook_età

 

Rumors on Line

Rumors on Line

il segreto

Da una ricerca americana (Scharpe Partners), di qualche anno fa, emerge che il 75% delle scelte degli acquisti avvengono su consiglio degli amici. Molte informazioni circolano sulla rete e le aziende fanno sempre più attenzione a ciò che di loro si dice “on line” Ecco perché diventa strategico conoscere il pensiero degli “internauti” ed andare a interagire con gli stessi. Esistono diverse strategie di marketing volte a far parlare di un prodotto/servizio. Le principali sono le seguenti: Il Buzz Marketing (rumore) si riferisce al ronzio delle api che creano buzz (ronzio) nel web. Il rumore diffuso è conversazione attorno a prodotti, aziende e marchi
Il Viral Marketing (contagio della comunicazione) è una tecnica che si pone l’obiettivo di contagiare quante più persone attraverso l’originalità e l’impatto della propria comunicazione e a far sì che questi (consapevolmente, inconsapevolmente, gratis, a pagamento) vadano in giro sul web a cercare, parlare e far parlare del prodotto/marca/servizio
WOM (passaparola)è un’attività volta a generare “passaparola C-2-C”, mediante un meccanismo di propagazione in base al quale l’azienda lancia stimoli a soggetti anticipatori/mediatori e successivamente avviene la diffusione e il passaparola (“marketing virale”). I messaggi non sono trasmessi in modo lineare ma facendo leva su dinamiche a matrice all’interno dei sottogruppi di network
Si tratta di awareness su un evento riguardante la marca (“buzz”) consiglio personale o raccomandazione relativo all’uso della marca (“advocacy”)