modello pubblicitario

Modello pubblicitario: 1+1=3 Davvero?

Modello pubblicitario
Modello pubblicitario: 1+1 = 3

Come ben sappiamo l’avvento di Internet, il Web (dal web 1.0 al futuristico web 4.0), i Social Network hanno profondamente modificato la modalità di comunicare della società contemporanea. Stiamo vivendo una nuova epoca di importanti e continui cambiamenti una sorta di “Rivoluzione  Comunicativa” grazie alle nuove tecnologie e ai cosiddetti New Media .

Cosa ha portato tutto questo in termini promozionali? Una nuova possibile strategia comunicativa, che tutti abbiamo sotto gli occhi ormai da tempo.

 

Il nuovo Modello pubblicitario

Quando parliamo di nuovo modello pubblicitario non ci riferiamo soltanto dell’investimento On Line equiparabile all’acquisto di spazi pubblicitari delle riviste OFFline, traducibile nella cosidetta “Display Advertising”. C’è molto di più: SEO (Search Engine Optimization) SEM (Search Engine Marketing), affiliazione, PPC (Pay Per Click), Social Adv e tanto altro.

Nell’ambito del panorama pubblicitario, l’unico MEDIA che presenta una crescita annua a DUE CIFRE, ormai da diverso tempo, è INTERNET.

L’ ON Line è un canale che contiene intrinsecamente un processo qualitativamente più focalizzato, e una migliore facilità di contatto diretto con il consumatore, per cui meglio si presta ai nuovi indirizzi strategici, che si orientano verso una maggiore differenziazione.

In un momento in cui il consumatore è bombardato da messaggi continui e crescenti, gli aspetti rilevanti della comunicazione si evolvono e nasce un nuovo modello pubblicitario.

I SOCIAL NETWORK, in particolare, intesi come media contribuiscono fortemente alla creazione di un nuovo modello pubblicitario, in cui si vanno a integrare e intersecare, creando ulteriori sinergie, i risultati di diverse tipologie di mezzi di comunicazione, come è visibile nello schema sottostante.

  • OWNED MEDIA  = Comunicazione DIRETTA Azienda-Consumatore
  • PAID MEDIA  =  Comunicazione pubblicitaria ACQUISTATA dall’Azienda
  • EARNED MEDIA  = Comunicazione INDIRETTA non gestita dall’ Azienda

Il Nuovo Modello Pubblicitario: 1+1 = 3     😉

Il Nuovo Modello pubblicitario
Il Nuovo Modello pubblicitario
Fonte: adattata da Altimeter, 2012

 

Vediamo nel dettaglio le tre aree di azione per chi si vuole promuovere ON Line nel nuovo modello pubblicitario  ben definite da Forrester: Owned, Paid, Earned.

 

 

 

 

OWNED MEDIA

Owned Media. Cosa significa essere proprietari dei canali comunicativi? Vuol dire essere editori, produttori di contenuti, situazione resa possibile oggi, grazie all’avvento dei nuovi strumenti del WEB 2.0 (blog, sito web, social network). La tecnologia ha consentito a chiunque di “dare voce” alle proprie idee trovando un potenziale pubblico, grazie ai nuovi contenitori. Se i nuovi contenitori sono facilmente a disposizione di chiunque, come differenziarsi nell’epoca dell’ Over-Information, caratterizzata da bombardamenti informativi continui?

Ecco la risposta: il “Contenuto”. Fondamentale per l’azienda e il professionista sarà quindi avere una propria strategia comunicativa da definirsi nel PIANO EDITORIALE in relazione al  “Content Marketing Strategy” .

  • Blog
  • Web site
  • Mobile site
  •  Landing page
  • Twitter account
  • Facebook account
  • Contenuti sul web (articoli)

PAID MEDIA 

Rappresentano la logica pubblicitaria tradizionale del “pagare” un “Editore/Concessionaria” per avere visibilità secondo modalità, anche molto diverse da quelle tradizionali come nel caso di Adwords per esempio. Sono i media a pagamento, in base ai quali si paga l’esposizione pubblicitaria al target, che il mezzo consente. E’ il caso di strumenti come quelli di seguito elencati.

  • Pubblicità nei motori di ricerca (SEA)
  • Facebook advertising
  • Promoted Tweets
  • Display ads
  • Sponsorizzazioni

EARNED MEDIA

E’ forse il maggiore desiderio di chi si occupa di Social Media Marketing in termini pubblicitari el’aspetto più rilevandte del nuovo modello pubblicitario.  Si tratta dei contenuti sui media, i Rumors On Line o UGC (User Generated Content), che generano visibilità sui propri prodotti o servizi in modo spontaneo. Sono formule con cui si ottiene pubblicità attraverso le storie raccontate dagli Utenti- Editori (ConsumAutori), nei propri blog o nei commenti di altri blogger, oppure da parte di chi ha condiviso su Facebook una nostra notizia interessante con un “Like”.

  • Commenti nei blogs
  • Re-tweets
  • Condivisione e apprezzamento di contenuti (like & share)
  • WOM (Word Of Mouth, Rumors/Buzz Marketing)

Le diverse aree di azione si andranno poi a integrare e interrelare, per cui, per esempio è possibile che un contenuto sia pubblicato da un blogger, perché è stato anche pubblicizzato sui media tradizionali, che hanno così generato un effetto di amplificazione. L’aspetto rilevante è, comunque, sempre la pubblicazione di contenuti accattivanti, CREATIVI, utili per l’utente finale.

Solo così prevarrà la CONDIVISIONE (“share and enjoy”), parola top del WEB 2.0, che consentirà ulteriore diffusione e pubblicità indiretta ai propri prodotti/servizi.

Il Novo Medium
Il Nuovo Medium

Il nuovo modello pubblicitario è quello del Marketing NOT-Marketing che vede fondamentale la figura del fan dell’ipotetica pagina aziendale piuttosto che del follower del blog o di un qualsiasi social network, di cui può diventare indirettamente promotore del business aziendale.
E’ un’area delicata per l’aspetto della credibilità e della fiducia, alimentata dal concetto di “Verità” già definito, che ne favorisce la diffusione: le notizie dei ConsumAutori sono spesso meglio percepite rispetto a quelle pubblicitarie tradizionali, verso le quali c’è una sorta di rigetto legato alla consapevolezza di una loro più facile mancanza di trasparenza, per un implicito connaturato aspetto seduttivo strettamente finalizzato alla vendita.

Il potenziale cliente NON-Cliente, colui che sarà il vero “Medium” dei nostri contenuti è anche l’Autore, o meglio il ConsumAutore che andrà a creare l’ “Earned Media”, quella “maggiorazione” pubblicitaria che ci può portare a dire “IDEALMENTE” (ovviamente):

“ Con il nuovo modello pubblicitario, comunque in continua Evoluzione, 1+1=3”   😉

 

 

 

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brand e verità

V come Verità?

Verità, autenticità, vero, fedeltà
V come Verità

E’ sempre più importante e forte l’esigenza di Verità in ambito economico, in relazione al rapporto del Brand con il Cliente-Non-Cliente.

La trasparenza nella relazione Brand-Consumatore si rivela una leva fondamentale del nuovo NOTMarketing-Mix, grazie alla sua capacità di incidere profondamente sulla fidelizzazione nel  medio-lungo periodo che può portare a risultati  economici stabili e continuativi

Il termine Verità genericamente indica la coerenza con una realtà oggettiva o la proprietà di ciò che non può essere falso ed esiste in senso assoluto. Si distinguono tra le altre:

  • Verità matematiche, dimostrabili in modo logico;
  • Verità scientifiche, continuamente sottoposte a verifiche sperimentali e mai completamente assodate;
  • Verità storiche, basate su diversi tipi di testimonianze su fatti unici, meno affidabili  delle precedenti.

A livello personale ciascun individuo assegna certezze diverse alle Verità, poiché una forte componente soggettiva, legata alla propria conoscenza, incide nella valutazione della specifica natura di ogni situazione generale.

Il concetto di Verità viene coinvolto in ogni situazione della nostra vita e risulta essere in genere molto complesso. Si domanda continuamente Verità a livello economico globale, politico e quotidiano. Ciò che è importante chiedersi è se esiste una Verità assoluta.

La Verità non è forse sempre legata agli occhi e alla realtà di chi la osserva? Spesso succede che non sia possibile esprimere tutta la Verità. Basta pensare alle questioni scientifiche complesse o al desiderio di non sofferenza che porta a non dire Verità terribili nella vita quotidiana.

Chi sa ascoltare la Verità non è da meno di colui che la sa esprimere” afferma lo scrittore Kahalil Gibran.

 

La Verità del Brand dell’impresa nel rapporto con il Non-Cliente => la fedeltà

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Affinché l’impresa possa riuscire ed essere competitiva nel mercato deve ascoltare la Verità del NonCliente ed esprimere la propria. Ma come esprime la propria Verità nei confronti del cliente?

Quando si parla di Verità, a livello individuale, emergono due aspetti:

  la coerenza verso se stessi;

  la coerenza nei confronti degli altri.

Il termine Verità analizzato a livello psicologico e sociale richiederebbe molte riflessioni, nel momento in cui si definisce rispetto a che cosa la coerenza va definita, il “se stessi” e conseguentemente la conoscenza del “sé”,  piuttosto che di quella di ciò che definiamo “altri”.

Ci limiteremo in questa sede a un semplice paragone dal punto di vista commerciale.

 

Quando si parla di Verità, a livello di offerta economica, si intende essenzialmente il fatto che quest’ultima venga percepita dal cliente come autentica. Per rendere tale percezione ottimale diventa fondamentale che l’impresa abbia coerenza rispetto a se stessa, non disdegnando la propria storia e il proprio passato, e nello stesso tempo sia ciò che afferma di essere all’esterno, ai potenziali clienti. Quando l’impresa mette a punto la propria strategia di business dovrebbe quindi chiedersi come porsi rispetto a due tipi di fedeltà:

  • la fedeltà dell’offerta rispetto a ciò che l’offerta stessa è;
  • la fedeltà dell’offerta rispetto a ciò che l’offerta dice di essere.

Il termine Fedeltà, che nasce come diretta conseguenza dell’Autenticità dell’impresa, diventa quindi la parola chiave rilevante della relazione Impresa Cliente-Non-Cliente  Ma concretamente come dovrà agire l’impresa per essere considerata autentica a livello di Brand?

 

La Verità del Brand => semplicità, coerenza, chiarezza

La trasparenza e la veridicità del Brand si possono tradurre in una serie di linee guida e azioni concrete da seguire nella gestione strategica ed operativa.

Semplicità del Brand, intesa come trasparenza e limpidezza. Un logo semplice e definito non crea distorsioni e confusione nella mente del consumatore in relazione a ciò che va a identificare. Vediamo di seguito alcune rappresentazioni del posizionamento del brand con riferimento ad alcuni marchi famosi.

  • COCA COLA è divertimento;
  • BMW è lusso;
  • MICROSOFT è standardizzazione;
  • APPLE è “think creative”.

Fondamentale per il successo è la chiarezza di posizionamento come nei casi sopracitati. Del resto quando ciò non accade, come nel caso di Ford, sorgono difficoltà di mercato importanti. 

Coerenza del Brand, intesa come concordanza tra tutti i punti di comunicazione tra Consumatore e Brand. Un esempio riuscito è quello dell’’advertising di APPLE che si fonda su un’interfaccia dei punti vendita tutti molto simili tra loro. Opposta e negativa è stata la politica del passato del marchio FIAT, caratterizzato da non coerenza comunicativa rispetto alla concessionaria, che poi ha comunque risolto in modo ottimale con il nuovo modello di 500.

Chiarezza nella relazione Brand-Consumatore, intesa come chiarezza di rapporto, l’unica che può creare fiducia. Si realizza grazie a una comunicazione che cambia. Non più la seduzione  degli slogan pubblicitari invasivi e imbonitori, ma la concretezza e la trasparenza, manifestata dai pensieri degli individui. Si tratta delle storie raccontate dagli utenti in rete, che esprimono la propria Verità attraverso i nuovi strumenti del web 2.0, come forums, blogs, social networks.

 

La Verità della sperimentazione del Brand => test su prodotti/servizi

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Un altro elemento molto importante per la creazione di un rapporto veritiero e fidelizzante è la possibilità di sperimentare il prodotto/servizio, la fase di test.

Dato un brand semplice, coerente e chiaro rispetto a se stesso e nella relazione col consumatore, la modalità operativa migliore per creare fiducia e fedeltà consiste nel dare al potenziale cliente la possibilità di sperimentare ciò che si sta affermando, la miglior pubblicità è la sperimentazione positiva che andrà a creare una serie di effetti:

  • Immediata fiducia e conseguente azione, il probabile acquisto;
  • Promozione attraverso il passaparola off line e on line, con conseguenze in termini positivi sulla reputazione aziendale.

 

Aziende come STARBUCK hanno seguito questa strada suggerendo ai propri clienti di andarli a sperimentare per sapere cosa significa l’esperienza presso i loro punti vendita. Il caffè passa in secondo piano in un ambiente che offre un servizio articolato: si  tratta dell’ affitto di mezz’ora di spazio di lavoro o intrattenimento, caffè incluso”.

Quando si parla di Verità le riflessioni sono ampie e complesse; gli elementi su cui agire sono molteplici. Fondamentale per l’impresa sarà tener conto dei fattori di coerenza del Brand rispetto al proprio posizionamento storico, non dimenticando mai l’ascolto della Verità del Cliente. Il tutto lasciando spazio a sperimentazioni in un’ottica strategica di lungo periodo.

Quando si parla di Verità, infatti,  non si può trascurarne la sua forte relazione rispetto al tempo. Tempo e Verità, come sappiamo, sono concetti da sempre legati,

La Verità fu sola figliola del tempo” affermava il famoso studioso Leonardo Da Vinci.

Per questo motivo solo una Verità costante nel tempo (e nello spazio, data la crescente globalizzazione!) andrà a generare il mantenimento del rapporto fiduciario (fidelizzazione), fondamentale per la sopravvivenza duratura delle aziende.

 

 

 

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Marketing NOT-Marketing, la nuova edizione del libro di Patrizia Pastore

Marketing not-marketing
Marketing not-marketing

È uscita la nuova edizione di Marketing NOT-Marketing di Patrizia Pastore, edito da Giunti.
A un anno dall’uscita della prima edizione, il nuovo libro rivaluta e rafforza le idee e le nozioni alla base di una buona strategia di  NOT Marketing, alla luce soprattutto dei rapidi cambiamenti avvenuti nel frattempo online: l’aggiornamento di un’utile panoramica dei social network e social media più significativi.

Si è mantenuto uno stile chiaro e scorrevole come nella prima edizione, caratterizzato da collegamenti al quotidiano, cercando di rivolgersi sempre di più a un pubblico di non addetti ai lavori, tutti coloro che sono curiosi di scoprire il fantastico “mondo web” dalla storia (Arpanet) fino al futuristico web 4.0 (Ubiquity), e abbiano voglia di comprendere cosa ci può essere dietro al “MONDO SOCIAL” e dentro il “MONDO SOCIALE” con cui si vive quotidianamente.

Tipica dello stile è la presenza di molti casi studio che possono esemplificare i metodi di fare NOT-marketing utili a promuovere il proprio business on line e non solo.

Scorrendo le pagine del libro scoprirete che cos’ è il “marketing-not-marketing” e i suoi possibili sviluppi nel futuro del commercio sul web.

 

Ultima novità, ma non di secondaria importanza: rispetto all’ edizione precedente il prezzo di vendita è stato ridotto a 14.90.

Disponibile in formato cartaceo e nei diversi formati digitali, in tutte le librerie e on line.

Da non dimenticare  l’acquisto  “GREEN”, grazie alla certificazione  FSC®, che testimonia l’uso di prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile.

 

La (Ri)(E)voluzione del NOT Marketing

 

Nell’ epoca contemporanea dello sviluppo dei nuovi media, dei social network e della velocità dell’informazione, il concetto di marketing come lo abbiamo sempre inteso cambia volto per  adattarsi ai nuovi “clienti” e agli innovativi mezzi di trasmissione dei messaggi. Ecco che “not-marketing” diventa la parola d’ordine del tempo presente: negazione di un sistema statico di intendere i rapporti di scambio  e  base di partenza per un modo del tutto nuovo di fare mercato.

 

Già nel recente passato Gerd Gerken aveva ipotizzato la fine del Marketing tradizionale nel suo “Addio al Marketing”, preludendo l’attualità fatta da un Marketing innovativo dove protagonista è il ConsumAutore.

Il marketing not marketing è un’evoluzione del marketing tradizionale, integrato e rinnovato alla luce di una nuova concezione di “cliente” e “consumatore”. In un contesto economico-sociale di profondo dinamismo , caratterizzato dall’‘avvento delle nuove tecnologie, dai PC ai tablet agli smartphone, e con l’utilizzo sempre più capillare di Internet e dei social network, il consumatore è divenuto infatti un vero e proprio “ConsumAutore“, in grado di confrontarsi sempre più direttamente con le aziende produttrici e, quindi, di influenzarle.

 

Il not marketing intende creare una relazione interattiva ed emozionale con il non-cliente, cioè la persona, senza imporsi in modo aggressivo, ma cercando di soddisfare le sue scelte secondo quattro nuove leve, le 4 V del NOT-Marketing: Valore, Verità, Vicinanza, Valutazione.

Questo metodo nasce dall’ascolto dei bisogni del target attraverso il canale web, che utilizza come strumento di promozione. Si tratta di creare passaparola on line (rumors on line, viral marketing) e portare i consumatori stessi alla promozione dei prodotti/servizi (evangelism) attraverso i canali web.

 

NOT Marketing adotta una strategia di tipo pull, che va a sostituirsi alla modalità push di tipo seduttivo e impositivo, che vada a incontrare le vere esigenze del ConsumAutore, il Marketing per Essere e non per Avere, costruito in collaborazione co-creativa con il proprio Cliente Non-Cliente.

Le parole d’ordine del NOT-Marketing sono collaborazione, condivisione, comunicazione, co-creazione, che trovano la propria strada grazie a una serie di strumenti presenti in rete, che consentono quel passaparola on line di chi è  realmente interessato ai prodotti, ai servizi e alle persone.

 

Titolo: Marketing NOT Marketing
Autore: Patrizia Pastore
Pagine: 320
Editore: Giunti Editore
Prezzo: 14,90

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tempo, not marketing

Futuro verso Passato

Quanto il Tempo condiziona la nostra vita? Come siamo influenzati dal trascorrere dei minuti, dai giorni e dagli anni, per non dire dai secoli?! Da poco è terminato l’anno solare con i suoi resoconti, quadrature e budget prospettici.

tempo, not marketing
(non)Tempo del NOT Marketing

Quando pensiamo al tempo a livello cognitivo, l’ordine cronologico è il primo a venirci in mente: passato, presente, futuro. E a livello di marketing, o meglio di NOT Marketing, quanto il tempo condiziona le nostre scelte strategiche ed operative?

Il modello del “Marketing-NOT-Marketing” presenta forte l’esigenza di non seguire schematismi e sequenze temporali. Il Cosmo-Marketing va dal futuro al passato, poiché come affermava NietzscheIl futuro influenza il presente tanto quanto il passato”.

Ogni decisione, ed in particolare quelle di carattere etico ed estetico, va presa partendo dal domani per arrivare all’oggi, senza dimenticare ieri! La mancanza di strategie basate su orizzonti temporali di lunga durata, del resto, porta facilmente a problematiche, e la politica italiana volta alle risoluzioni tampone e immediate, cioè di emergenza che diventa ordinaria, ci offre un esempio straordinariamente negativo da questo punto di vista.

Ecco così che diventa importante il passaggio dal futuro al passato: si tratta di un tempo prospettico che ci riguarda fortemente, dal quale non ci possiamo sottrarre.

L’esperienza di oggi influenzerà il nostro domani, che ben presto diventerà il nostro ieri. Si esprime, così, il concetto di indissolubile trasformazione del tempo, poiché se il divenire è perfetto, in quanto cambierà l’avvenuto ormai immutabile e imperfetto, presto diventando presente, si trasformerà in passato e diverrà così anch’esso, forse, imperfetto.

Il concetto del non-tempo è ben espresso da Sant’Agostino, che definisce così il luogo della mente e/o dell’anima.

“Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre:

  • presente del passato;
  • presente del presente;
  • presente del futuro.

Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove:

  • il presente del passato è la memoria;
  • il presente del presente la visione;
  • il presente del futuro l’attesa “.

 

Il Marketing-non-Marketing intende colpire il proprio consumatore nel “non-tempo dell’anima”, ed è volto ad incontrare “l’attesa del futuro” che contemporaneamente è “futuro verso passato”, ragiona su “ciò che sarà” per decidere su “ciò che è”.

Quando pensiamo al Tempo, impariamo a ragionare dal Futuro verso il Passato. E’ il Tempo del nuovo modo di approcciare la realtà in ottica NOT Marketing. Si tratta di strategia che segue un’ottica di lungo periodo, creando fidelizzazione e rapporti duraturi con i propri interlocutori: i clienti-non-clienti.

Social Network

I nostri PerCorsi

 SOCIAL MEDIA MARKETING E WEB 2.0
seo
Social Network

In questo PerCorso andremo ad analizzare il contesto di riferimento, multimediale e multicanale, che ha portato a un nuovo modo di fare marketing consentendo una rapida crescita del settore dei Social Media. Verrà delineata una mappa dei principali social network in rete, delle loro tipologie, diffusione e modalità di utilizzo  in modo  strategico. Si partirà da un’analisi strategica per  poi individuare le principali leve concrete di utilizzo per la promozione sul web, individuando   indicazioni   pratiche  sulle  possibili integrazioni dell’uso  dei Social Network con l’attività d’impresa, con riferimento ai principali  Social Network esistenti

Web 2.0, interconnettività, trends futuri
Scenario Digitale generale
Rumors On Line e Viral Marketing
Oltre Facebook: Twitter, LinkedIn, i blog e gli altri canali digitali

Il Piano editoriale
Social Network e Social Media
Panoramica degli utilizzi dei social media: obiettivi e strumenti, differenze

I social Network ed il marketing
Gli obiettivi di un piano di social media marketing

I social media al servizio del professionista e dell’azienda: obiettivi e modalità
Facebook: strumenti ed opportunità. Fan Pages, Applicazioni e viralità
Twitter: differenze con Facebook ed opportunità di utilizzo per l’impresa
Linkedin: come migliorare la propria personal reputation e trovare nuovi clienti

Le statistiche: introduzione alla social Analytics

Case History
Esempi di pagine/profili gestiti dai grandi brand
Esercitazioni

                                                                          

 POSIPOZIONAMENTO NEI MOTORI DI RICERCA (SEO)

Seearch Engine Optimization
Search Engine Optimization

I motori   di ricerca   costituiscono uno  tra  i più  importanti strumenti in grado   di portare traffico  e business al proprio  sito  web.  Un attore   dominante, Google,  può  influenzare in modo   significativo il destino di un’iniziativa web.  In questo percorso parleremo quindi  di Sem come insieme di due attività principali:   la Seo (Search   Engine Optimization o posizionamento  naturale) e  il Ppc  (Pay  Per   Click  o  posizionamento     sponsorizzato). L’obiettivo    del    percorso   sarà    quello    di   comprendere   il funzionamento dei motori di ricerca  e i principi generali  del Sem, conoscere gli elementi di base del SEO e introdurre il PPC.

Obiettivi del sito
Introduzione ai motori di ricerca: Motori di ricerca, directory
Web Marketing: il sito web e il suo posizionamento
Posizionamento nei motori di ricerca: come farsi trovare nei motori di ricerca

Fattori interni al sito Internet (onsite) Fattori esterni al sito Internet (off site)
Social Media
Introduzione ai principali Social Network

Le parole chiave
Introduzione a Google Adwords
Le statistiche: introduzione alle web analytics
Web PR e link building
Scrivere per il web: alcune regole della scrittura online Individuazione dei canali e siti in cui scrivere article marketing Blog di settore e forum tematici per le web PR

Case History
Esercitazioni: dalla teoria alla pratica

 

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cloud digital

Sei Homo Digitalis?

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Homo Digitalis

Digital transformation? Di cosa si tratta? Un trend di grande innovazione di cui si sentirà sempre più parlare in futuro.Chi fa “Digital Transformation” va a ridisegnare il proprio business e il rapporto con il Cliente il cosiddetto “Digital Customer” utilizzando le tecnologie digitali.

MLab Group da sempre lavora sui processi strategici di cambiamento, dunque possiamo dire che l’esperienza generale di “Trasformation” fa parte del suo DNA consulenziale e del suo approccio ai progetti, appunto, di “Trasformazione”.

Il cambiamento e la trasformazione ha sempre interessato l’essere umano e gli ha consentito di sopravvivere (evolvendosi) prima, e di progredire (innovando) poi, così come il famoso naturalista britannico Charles Darwin ci insegna con la sua Teoria Evoluzionistica.

L’ecosistema produttivo si evolve così come quello biologico. Sono gli attori che cambiano: la tecnologia (di marketing, di processo) realizza un nuovo prodotto/servizio, e i consumatori ne determinano il successo, così come il DNA crea una nuova cellula uovo, che sopravvive in relazione alla selezione naturale dei fattori ambientali.

Il mondo contemporaneo così veloce e complesso richiede cambiamenti repentini che diventano la leva strategica per differenziarsi in un mercato sempre più allineato e competitivo.

L’economia odierna è caratterizzata da una nuova Rivoluzione Digitale, che segue altre importanti trasformazioni, come quella industriale del XIX secolo che comportò profonde modifiche a livello economico, piuttosto di quella francese del secolo precedente di carattere politico sociale.

Digitale è un nuovo sistema che riguarda persone, processi, oggetti. Si riferisce agli individui nel quotidiano attraverso l’utilizzo di strumenti di comunicazione nuovi come tablet, smartphone, ipod, ma anche ai processi aziendali che possono per esempio sfruttare nuovi sistemi di archiviazione dati in cloud.

 

Ma cosa significa “Digital Transformation” per l’impresa?

Come tradurlo in processi concreti ed economicamente rilevanti?

Ogni “cambiamento digitale” può essere affrontato in modo flessibile, per cui per ogni area aziendale si potranno adottare comportamenti digitali innovativi. Ecco così che la comunicazione di marketing aziendale si sposterà nelle community legate alla nuova socialità “digitale”, l’esperienza di acquisto potrà essere effettuata da mobile e i processi aziendali potranno sfruttare nuove tecnologie opensource.

Il “cambiamento digitale” per essere efficiente, oltre che efficace va pianificato secondo una Strategia Digitale complessiva. Non si tratta, infatti, del solo di cambiamento tecnologico, ma soprattutto culturale, creativo emanageriale.

Il successo per l’impresa si potrà ottenere  solo grazie alla selezione e allo sviluppo della tecnologia adeguata, che dovrà essere gestita da persone innovative “Digital People”for “Digital Technology”.

 

Le aree di interesse della “Trasformazione Digitale” si riferiscono a tre diversi livelli:

 

Digital Transformation
Digital Transformation

 

Un cambiamento che a livello “software” per esempio si traduce in una progettazione di tipo “Agile”. Agile & Lean Project Management la gestione “snella” dei progetti, all’insegna del perfezionamento produttivo secondo il principi guide dal “Kaizen(miglioramento continuo) del modello Toyota diffuso negli anni Novanta, che diventa anche “Agile”, altro termine di tendenza, sarà la metodologia che dovrà guidare i cambiamenti della struttura aziendale del presente-futuro.

Dal momento che ogni cambiamento impatta in modo interdipendente su ogni aspetto organizzativo e sociale, il modo migliore per gestire le complessità aziendali verso gli obiettivi prefissati si ritrova nel suddividere un qualsiasi progetto in sequenze autonome e temporalmente vicine,  di modo da raccogliere immediati feedback di modifica evitando conseguenze drammatiche, con cicli di processo snelli e flessibili!

Le resistenze al cambiamento sono spesso forti in strutture consolidate e organizzate, e trovare nuovi equilibri di funzionamento non è semplice.

 

Ma chi non cambia e non individua il suo PerCorso personale di trasformazione per il suo “Digital Journey” non (sopra)vvive!

Pensiamo a chi quel PerCorso non l’ha realizzato, come la famosa Kodak con lo slogan “voi premete il pulsante, noi facciamo il resto”, che è arrivò presto alla bancarotta per non essersi digitalizzata per tempo!

 

Dunque cavalchiamo la “Digital Transformation” e “trasformiamoci” nell’innovativo “Homo Digitalis”, dato che come abbiamo detto è l’essere umano che deve trasformarsi per governare una trasformazione!!!

 

 

social media, storia social media

Social Media: quali origini?

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Preistoria social media

 

 

I social Media? Da dove partono? Dalla Preistoria? Se li identifichiamo nelle modalità di comunicazione e linguaggio è possibile. L’essere umano sviluppava il linguaggio oltre 100.000 anni fa. Era ’Homo Sapiens. Se, però, con Social Media, intendiamo lo strumento sociale di condivisione possiamo andare un po’ oltre. Si parte dal servizio postale dell’antichità (550 a.C.), per passare al telegrafo (1792), al telefono (1871), alla radio (1891) per arrivare all’email (1971) e all’ IRC o Instant Relay Chat (1988).

Gli anni ‘90 sono quelli dei “moderni” social media come Napster eBlogger (1999), mentre gli anni 2000, vedono protagonisti Community e Social Network che realizzano l’ubiquità dei social media.

Oggi molteplici piattaforme del mondo virtuale, come per esempio, Wikipedia, Myspace, Delicious, LinkedIn, Facebook, YouTube, Twitter, Pinterest, Instagram ,Tumblr, FriendFeed sono in grado di fornire importanti servizi alle comunità e incontrare il bisogno di socialità e interazione che appartiene all’essere umano fin dalle origini, come evidenzia la spiritosa vignetta “preistorica” di cui sopra 🙂

La storia ci mostra quindi come non esista a un tempo definito per quegli aspetti connessi alla natura umana, che trascendono l’evoluzione tecnologica delle società.
Si tratta di comunicazione, socialità, collaborazione, condivisione, aspetti caratteristici delle molteplici forme di aggregazione in comunità che gli esseri umani hanno sempre messo in atto per sentirsi appartenenti a un gruppo di riferimento (tribù, religione, famiglia) superando quel senso di solitudine legato alla consapevolezza (coscienza del sé) che distingue l’uomo dagli altri esseri viventi.
 
Alle comunità reali si sono affiancate le community virtuali del mondo “internettiano”, mostrandoci come in realtà l’essenza della natura di ciascun essere non cambia, ma si evolve in tecnologia e modalità applicative nuove.
4 V

V come Valore, una delle 4 V del (not)marketing

valore del not marketing
Il Valore

V come Valore, una delle 4 V del (NOT)Marketing
Quando si parla di marketing che cambia e si innova nella nuova Era del (non)Marketing, Valore e Prezzo si vengono a confrontare e si sostituiscono nel nuovo Marketing Mix che pone il cliente al centro, con la sua capacità valutativa e percettiva. Non più prezzo, semplicemente come incontro tra domanda e offerta, ma Valore come espressione di una identità’ del prodotto fondamentale per colpire la percezione emotiva del ConsumAutore di modo da conquistarlo e condurlo per mano verso il mondo del (non)acquisto

Con l’evoluzione del marketing cambia il modo in cui i prodotti o servizi sono comunicati al ConsumAutore. Se in passato per conquistare il cliente poteva essere sufficiente agire fortemente attraverso la leva della quantificazione monetaria, oggi il Valore espresso in denaro, cioè il prezzo, non è un fattore così importante per ottenere un vantaggio competitivo. E ancor più in situazione di crisi. Spesso nei mercati competitivi, si traduce in una guerra al ribasso, basata su scontistiche che (s)valutano il prodotto/servizio (dunque tolgono…Valore!) senza portare reali risultati in termini di profitto e di strategie nel lungo periodo.

Oltre il Valore economico del Marketing Mix

Metriche e misure dei beni e servizi vanno oltre una mera numerazione economica. il peso emotivo del contenuto associato al prodotto conta più che in passato.
Si tratta di un espressione immateriale che va “oltre”, e trasmette un’emozione al cliente-non cliente del non-marketing. È il Valore, una delle 4 leve del nuovo Marketing Mix, il futuro della comunicazione e delle relazioni sociali. Se come affermava Einstein il Valore di un essere umano dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere, nel momento in cui facciamo un parallelismo con un oggetto personificato, ciò starà a significare che il Valore di questo oggetto è in ciò che trasmette piuttosto che in quanto riesce a prendere. Quello che il prodotto riesce a prendere, in effetti, è il Valore di scambio che, nelle economie evolute, si esprime in moneta e consiste nel prezzo, ciò che il cliente è disponibile a pagare per il bene/servizio venduto dall’impresa.
Se il prezzo è un dato preciso, che si definisce nel momento di incontro tra quantità domandata e offerta, il Valore è legato a una misurazione variabile nello spazio e nel tempo, spesso soggettiva, dipendente dall’interlocutore e da come si pone spiritualmente verso la sua ontologia.
Ma come può un prodotto Essere di Valore? Valore è un termine di molti e diversificati significati.
Il Valore identifica l’insieme delle caratteristiche e delle qualità che danno pregio a una persona, a una cosa, a una condizione, a una situazione, e che le rendono apprezzabili. Valore è ciò che costituisce il pregio, la virtù, l’essenza stessa dell’uomo: l’ardore / ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto / e de li vizi umani e del Valore (Dante Inf. XXVI, 97-99).
Coincide con un qualità positiva, considerata in astratto elemento di riferimento per dare un giudizio o valutazione; ecco così emergere i valori morali, motivi ispiratori di azioni considerate eticamente corrette, i valori umani come ideali ispiratori dell’uomo piuttosto di quelli religiosi.
Il Valore è coraggio, un credo a una fede. Può essere inteso come ciò che vale ed ha efficacia e funziona. In termini quantitativi il Valore misura la grandezza assunta da una variabile. Rispetto al prezzo che è preciso, assume una connotazione legata a una sua variabilità intrinseca, che quindi lo rende a questo punto (s)oggettivo rispetto al (non)cliente.

Valore come elemento del (non)Marketing Mix

Ciascun significato di Valore sopra menzionato, se ricondotto a un prodotto, ci può aiutare a capire come quel bene dovrebbe essere per avere forza rispetto alla variabile del Valore.
Ecco che il prodotto che dà un qualcosa in più è quello che trasmette emozione: si tratta del Valore del dono. È il caso di quei prodotti realizzati nel rispetto eco-compatibile che comunicano al cliente la gioia di un ambiente più pulito e un benessere generale. Basti pensare, per esempio, a marchi di carta igienica come Lucart, che non abbatte gli alberi e ricicla i contenitori Tetrapack (un materiale che altrimenti andrebbe perso in discarica), attraverso un processo produttivo che separa i materiali, senza l’utilizzo di sostanze tossiche per l’uomo L’esperienza di acquisto è il progetto sociale collegato al prodotto, che punta all’interesse collettivo e alla conservazione ambientale, ed è parte integrante dello stile di vita di chi acquista.
In questo modo Il ConsumAutore si sente parte della comunità, a cui dà appunto Valore con il proprio gesto di acquisto, e insieme sente l’emozione di stare vicino agli altri, da cui percepisce di ricevere un’accettazione. Dona Valore allo spazio vicino e lontano, occupato da lui e dalla comunità, dunque occupato insieme, e dona Valore al tempo attuale e futuro, perchè sa di trasmettere un mondo migliore ai propri figli e a quelli della comunità, cioè alle generazioni future.
Insomma, con un semplice gesto, e senza una parola, il ConsumAutore comunica in-out con la propria comunità’ e con tutto il mondo, nello spazio e nel tempo…non è poco, ed è per questo che spesso è disposto anche a pagare di più.

Il Valore che comporta un’eticità può essere quello che rappresenta un marchio come Disney o Barilla, che nell’immaginario è famiglia, unione e trasmette intrinsecamente valori morali connessi ai legami atavici tradizionali. A livello di brand si tratta di un vantaggio competitivo sostenibile in termini di prodotto o servizio rispetto ai concorrenti, spesso acquisito grazie ad una innovata capacità di cambiare le regole del gioco.
Valore è l’anima, una fede, un prodotto che regala al potenziale acquirente l’attesa emotiva della prospettiva di un progetto in cui credere, e potrebbe essere ben rappresentato da quei prodotti o servizi che trasmettono indirettamente la possibilità di un sogno (una vita futura meravigliosa come una formula assicurativa), che vada oltre il semplice aspetto di guadagno della rendita economica, o di una vacanza che porti a un’evasione della realtà.
Valore è un senso di sicurezza e tradizione che alcuni prodotti trasmettono attraverso formule che riprendono tradizioni del passato dell’ heritage marketing, lo sguardo al passato per dare Valore al futuro. È il caso di marchi dell’eccellenza italiana che attraverso un restyling del design del packaging hanno ripercorso la propria storia, trasmettendo emozioni legate a cultura e tradizione, ma soprattutto risvegliando il ConsumAutore maturo, grazie a una rinnovata percezione di ritorno di giovinezza attraverso il viaggio indietro nel tempo. In un’epoca di crisi, l’idealizzazione delle epoche passate funziona e tramette indirettamente valori di sicurezza e fiducia.

Il dono potrebbe essere un messaggio educativo/formativo: se l’azienda fornisce ai propri interlocutori contenuti di Valore (educativi/formativi/ludici), il potenziale cliente sarà attratto quasi in modo inconsapevole dall’autorevolezza dell’impresa e sarà portato più facilmente all’acquisto dei suoi prodotti/servizi. Da semplice commodity, il bene si differenzia fornendo un servizio e assume esclusività grazie all’innovativo concetto del marketing esperienziale che fa vivere all’acquirente un’esperienza emotiva. Il nuovo Valore è  il progetto, un qualcosa che non è “pagato” e non trova un corrispettivo economico concreto, ma fortemente presente e connaturato all’oggetto della vendita. Si tratta di un progetto freemium, non più premium.

La comunicazione si sposta dal prodotto/servizio finale a qualcosa di astratto che costituisce un Valore importante per il potenziale cliente. È così che verrà messa in atto un’azione di non-marketing, caratterizzata da una strategia pull sostituita a quella di tipo push, impositiva.

Il Valore sarà un importante facilitatore di un processo di vendita-non-vendita del nuovo modo di Essere marketing del futuro.

 

 

 

NOT Marketing

Il Quadrifoglio del NOT Marketing

Il Dono del NOT Marketing

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La copertina del libro “Marketing NOT Marketing” contenente il quadrifoglio del Cuore vuole essere un regalo di buon auspicio. Se qualcuno cantava “uno su mille ce la fa…”, per i quadrifogli si tratta di uno su diecimila (trifogli).

Fin dall’antichità il quadrifoglio porta FORTUNA
a chi lo trova e a chi lo riceve in dono. Secondo la tradizione ogni foglia rappresenta una qualità: la prima la reputazione, la seconda la ricchezza, la terza la salute e la quarta l’amore.

Le 4V del NOT Marketing si legano perfettamente ai 4 rami del fiore.

Verità = Reputazione

Valutazione = Ricchezza

Valore­­­ = Salute

Vicinanza = Amore

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Valutazione o (Ri)Valutazione?

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Valutazione nel NON Marketing di oggi

Valutazione o (Ri)Valutazione?

 

L’evoluzione del  marketing ha portato a ridefinire i parametri e le metriche di analisi delle attività promozionali. Quando si tratta di New Media, la Valutazione della campagna mediatica  comporta una grande rivoluzione nella modalità di analisi, quasi una (Ri)Valutazione del NOT Marketing

 

di Patrizia Pastore

 

Da sempre la misurazione degli investimenti pubblicitari è stata oggetto di interesse del mondo degli advertiser. Famosa è la citazione di John Wana­ma­ker: “So che una metà dei soldi che spendo in pubblicità è sprecata, ma non so quale metà è”.

La Valutazione permea la nostra vita. Ogni azione che facciamo o osserviamo è soggetta a considerazioni personali e soggettive. Le valutazioni sono spesso soggette a condizionamenti legati alla propria storia, cultura ed esperienza. Fondamentale è quindi l’oggettività dell’analisi, che comporta l’utilizzo di nuove metriche e conseguentemente un miglior risultato finale, ricordando comunque che ogni Valutazione è anche una Misurazione, e sappiano che qualunque strumento di misura per definizione altera in parte il sistema che va a misurare.

Pensando dunque ai nuovi modelli di marketing con riferimento alla leva promozionale, come si valuta quindi una campagna pubblicitaria? Come sono cambiate le metriche?

Quando si parla di  marketing si è comunemente portati a identificare tale disciplina con l’idea creativa, che nasce dal cosiddetto “brainstorming”, il cervello in tempesta che elabora fantasiose novità di successo.

Da sempre la Valutazione delle azioni dei piani di marketing è sempre stata molto considerata dai manager delle imprese, che  gestiscono ricavi e costi dei propri budget, prendendo in considerazione numerosi e diversi parametri di stima sui ritorno in termini di contatti.

 

La Valutazione del ConsumAutore e La (Ri)Valutazione dei nuovi media

 

 

Oggi la Valutazione è sempre più complessa e va a incontrare il peso della nuova rilevante opinione del ConsumAutore, che grazie all’avvento del web 2.0 può esprimere il proprio pensiero sul brand dialogando e confrontandosi con gli altri utenti e con l’azienda stessa, che dovrà in un certo senso (Ri)valutare le proprie strategie secondo le linee indicate dagli utenti del mercato.

E’ in concetto del nuovo marketing relazionale, il NON marketing, che amplifica passaparola e rumors on line (buzz), attraverso l’evangelizzazione messa in atto dai ConsumAutori. E naturalmente si può trattare di buzz positivo o negativo nei confronti del marchio o del prodotto.

Come è possibile misurare l’impatto di queste modalità di comunicazione? Quali sono le nuove metriche?

Il termine di analisi è il “sentiment” (o market sentiment) che identifica la combinazione dei punti di vista e delle opinioni dei partecipanti del mercato, sintetizzando il livello di fiducia degli stessi nei confronti del brand.

Il ROI (Return On Investment) dell’investimento è sempre fondamentale pur usufruendo di  metriche diverse, ma è soprattutto l’approccio alla campagna pubblicitaria che cambia.

In un contesto mediatico sempre più vario e tecnologicamente complesso, caratterizzato dalla dominanza di una comunicazione co-operativa/col-laborativa/co-creativa, costruita sull’emozionante  “share” e da un’ estrema velocità e dinamicità di azione, legata al semplice “click”, l’attività di monitoraggio si evolve.

Da un punto di vista contenutistico non si tratterà di una Valutazione, basata soprattutto su dati quantitativi, ma si concentrerà soprattutto su obiettivi di carattere qualitativo, legati per l’appunto alla percezione da parte del target, il cosiddetto sentiment. Il dato qualitativo dovrà essere molto dettagliato e distinguere la Valutazione più generale del brand rispetto a quella delle linee di prodotto, se non addirittura dei singoli beni.

Con riferimento alla (Ri)Valutazione spazio-temporale la verifica dei parametri e dell’opinione dei  propri clienti sarà continuativa ed effettuata in progress durante tutto l’arco della campagna, e non si baserà solamente su confronti pre-post .

 

La (Ri)Valutazione dei nuovi media

 

Se come affermava il grande genio Leonardo Da Vinci ““…molto meglio è studiare quelle cose che si possono conoscere con l’esperienza, poiché solo l’esperienza non falla…e laddove non si può applicare una delle scienze matematiche, non si può avere la certezza…”  , con i nuovi media pubblicitari offerti dalla rete abbiamo ampie possibilità di analisi, misurazione e valutazione.

La campagna promozionale on line può essere testata gradualmente e se lo necessita comporta una maggiore possibilità di correzione, realizzabile in progress, secondo un monitoraggio puntuale dei dati, rispetto a quella su stampa verificabile oggettivamente in un secondo momento all’uscita del numero del magazine o alla complessità dell’advertising televisivo.

Per capire la transizione basta confrontare il modello editoriale dominante nel passato, in cui   l’advertiser, per potersi promuovere presso il proprio target, era disposto a spendere anche grossi budget per l’acquisto di spazi pubblicitari  sui principali quotidiani e magazine della carta stampata, con l’attuale libertà della rete, in cui la possibilità di influenza nelle conversazioni degli utenti, i cosiddetti CGM (Consumer Generated Media) sono legate alla capacità di rispondere e soddisfare i propri clienti, mediante una nuova valuta.

Coloro che scrivono in rete (blog, forum, siti recensione) hanno motivazioni che non coincidono necessariamente  con un semplice budget economico. Gli internauti desiderano essere ascoltati, sostenuti e informati. Ecco così  il passaggio da una promozione invasiva ad un modello che vuole creare engagement attraverso il valore del dono. Se la parola engagement, che in genere traduciamo con “coinvolgimento”  significa anche “impegno” o “legame” , per l’azienda sarà importante fidelizzare/legare a sé il proprio cliente mediante nuove forme di comunicazione emozionale.

La (Ri)Valutazione diventa una leva fondamentale del  NON Marketing moderno e  assume una connotazione complessa e dinamica perché legata alle persone, ai singoli, ciascuno dei quali è un “medium” . Il rapporto sarà paritario: non si tratterà di Soggetto (impresa)  verso Oggetto (massa=insieme di individui), ma Soggetto (impresa) vs Soggetto (cliente=medium) e comporterà per l’azienda una continua (Re)visione-(Ri)Valutazione, in un gioco interattivo di dialogo con il proprio cliente. Nel nuovo modo di fare Marketing è quindi sempre il singolo individuo, che viene ad essere protagonista con la propria specificità, e il NON Marketing di oggi non potrà far altro che Valutare e (Ri)Valutare le proprie azioni gestendo un ecosistema di specificità interdipendenti.